collana La Mediazione Dialogica
a cura di Gian Piero Turchi e Michele Romanelli
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La collana editoriale La Mediazione Dialogica nasce nel 2019, cinque anni dopo la pubblicazione della prima edizione del testo La mediazione dialogica (R). Fondazione scientifica, metodo e prassi in ambito penale, civile e commerciale, familiare e di comunità (di Gian Piero Turchi e Valeria Gherardini, Franco Angeli, 2014). Nell’arco del tempo richiamato, infatti, si sono sviluppati contributi teorici e irrobustite le occasioni in cui – attraverso progetti in vari ambiti – li si è applicati. Entrambe queste tipologie di elementi, oggi, trovano una precisa collocazione in questa collana. Ma non solo. La collana è (e sempre di più lo sarà, nel susseguirsi delle pubblicazioni) uno spazio scientifico e divulgativo che sia completamente a disposizione della Mediazione. Infatti, dal 2010, in Italia, anche grazie ad alcune spinte legislative, tale spazio ha iniziato a prendere forma, ma non è (ancora) stato in grado di “mettersi a fuoco”, definirsi e dettagliarsi precisamente. A questo hanno contribuito i tentennamenti del Legislatore e le discussioni, in seno ad alcune professioni, che cercano, da sempre, di stabilire la potestà sulla mediazione stessa; eppure, non è mutata l’esigenza, già tracciata nel testo richiamato in esordio, di disporre di riferimenti fondati e rigorosi, di un metodo che sia applicabile agli ambiti di impiego trasversale della mediazione. Dunque, se il focus è la Comunità e tutto quello che accade al suo interno, allora la Mediazione in particolare, e la Giustizia Riparativa in generale, sono sempre più necessarie, in affiancamento al Diritto e non solo.
Pertanto, la collana La Mediazione Dialogica è un canale di riferimento per quanti intendano continuare ad “abbracciare la sfida” di promuovere una cultura scientifica della e sulla Mediazione come strumento di gestione delle interazioni all’interno della Comunità.
I testi che saranno ospitati dalla collana saranno suddivisi in due tipologie:
- Approfondimenti teorici e metodologici, che descrivono il corpus teorico e metodologico a disposizione degli operatori della Mediazione;
- Casi applicativi e divulgazione di progetti, che descrivono l’applicazione di particolari strumenti e l’implementazione di progetti che siano stati erogati grazie all’applicazione della Mediazione Dialogica.
Si parlerà di Mediazione Dialogica non in termini meramente procedurali e in quanto volta all’assolvimento di un qualche mandato istituzionale, bensì come strumento per il cambiamento e la gestione delle interazioni tra quanti abitano un certo territorio e concorrono – sempre e comunque – a generare Comunità.
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Elena Bellei, Michele Romanelli, Guido Pasquale, Gian Piero Turchi
Vittime di reato, Giustizia Riparativa e Architetto di Comunità. Dai vincoli della Societas alle possibilità della Communitas
overview editore, 2021
ISBN 9788898703265
dalla INTRODUZIONE:
Il contributo di questo scritto si inserisce nel percorso già tracciato dai precedenti lavori della Collana Editoriale che lo ospita e propone un ragionamento critico intorno alla configurazione di ruolo delle cosiddette “vittime di reato” con l’intento di mettere in luce e valorizzare i processi di significativa portata che li riguardano, in una prospettiva di coesione della Comunità. Lo spazio è, ancora una volta, quello definito dal Paradigma Riparativo (Turchi, Romanelli, Pasquale, & Mascaro, 2020) e da ciò che questo può mettere a disposizione; in particolare, verrà descritto il ruolo che, dialogicamente, si costruisce e che viene attribuito alle vittime di reato, andando a focalizzare il contributo che il Paradigma Riparativo può offrire, nella prospettiva della sopra citata coesione. Infatti, a partire da un carotaggio delle produzioni discorsive rispetto alle vittime (provenienti da diverse fonti) si mostreranno alcuni interrogativi e riflessioni rispetto al modo in cui, storicamente, (1) è stato definito il ruolo (di vittime) di coloro che sono coinvolti in assetti interattivi in cui si è verificato un qualsiasi reato, (2) osservare in virtù di quali produzioni discorsive (i.e. interazioni dialogiche) tale ruolo si mantiene come tale e (3) che implicazioni pragmatiche ha il ruolo stesso rispetto alla gestione degli assetti di reato che lo generano e, in ultimo, rispetto alla coesione per la Comunità. Si vuole allora valorizzare quanto è già a disposizione, corroborandolo su basi teorico-epistemologiche tali da offrire supporto agli obiettivi e ai processi del Paradigma Riparativo, in virtù del quale si rende possibile un nuovo modo di offrire un servizio alle vittime di reato. Pertanto, la prima parte di questo testo sarà dedicata alla descrizione dello stato dell’arte relativo alla configurazione di ruolo della vittima di reato, secondo il riferimento al piano del Diritto e di alcuni contributi da parte di discipline come, ad esempio, la vittimologia (dunque tutte produzioni afferenti al piano esclusivo della Societas). Questo rappresenterà l’ossatura sulla quale condurre una disamina critica che consentirà poi di descrivere l’esigenza che emerge in seno ai principi propri del Paradigma Riparativo e che viene descritta in quanto riconfigurazione del ruolo della vittima usando il riferimento conoscitivo della Communitas. Muovendosi nella direzione di gestire le interazioni che si generano
in riferimento agli assetti di violazione di una norma tenendo in considerazione la Communitas e i suoi membri, nella seconda parte si prenderanno in considerazione il ruolo deputato alla gestione di tali assetti, l’Architetto di Comunità (Pasquale, Romanelli, Franceschi, & Turchi, 2021; Turchi, Romanelli, Pasquale, & Mascaro, 2020), e gli strumenti operativi che nel tempo si sono evoluti nell’alveo della Giustizia Riparativa secondo la valenza che questi possono assumere a partire dagli obiettivi di ruolo e di intervento dell’Architetto di Comunità stesso. La mancanza di un dispositivo da usare a livello operativo per rivolgersi specificatamente alle vittime di reato ha condotto poi all’elaborazione di una proposta di lavoro che verrà descritta nella terza parte del testo. La proposta – i Gruppi Dialogici per la Giustizia Riparativa con le vittime di reato – viene presentata in qualità di format che gli operatori della Giustizia Riparativa possono usare e rendere massimamente efficace a seconda degli attori al quale viene rivolto e dell’ambito nel quale viene richiesta la sua applicazione.
SOMMARIO
Prefazione
Introduzione
Prima Parte
Stato dell’arte circa la configurazione di ruolo della vittima di reato
1 Giustizia Riparativa per le vittime di reato
2 Il ruolo della vittima di reato sul piano della Societas
2.1 La vittima di reato nelle fonti sovranazionali
2.1.1 Le fonti delle Nazioni Unite
2.1.2 Le fonti normative dell’Unione Europea
2.1.3 Il contributo normativo del Consiglio d’Europa
2.1.4 Il contributo normativo dell’Unione Europea
2.2 Il ruolo della vittima di reato nel sistema penale italiano
3 Il ruolo della vittima di reato nella vittimologia
4 Il processo di vittimizzazione
5 La collocazione di ruolo della vittima nei servizi deputati alla sua assistenza
6 Quale definizione di “vittima”?
7 Quale esigenza per le vittime di reato?
Seconda Parte
Giustizia Riparativa e vittime di reato: l’Architetto di Comunità come riferimento
1 Riconfigurare il ruolo delle vittime attraverso il ruolo dell’Architetto di Comunità
2 Gli strumenti operativi della Giustizia Riparativa
2.1 La cornice normativa
2 .2 Gli strumenti di Giustizia Riparativa e il loro utilizzo
Terza Parte
I Gruppi Dialogici per la Giustizia Riparativa con vittime di reato
1 Il format dell’intervento
2 La composizione del gruppo
3 Descrizione del format
4 Modalità di gestione dei gruppi: anticipazione e gestione degli aspetti critici
5 Esemplificazione operativa: descrizione incontri, stratagemmi, stralci di testo/modalità utilizzate, indicatori
5.1 Primo incontro
5.2 Secondo incontro
5.3 Terzo incontro
5.4 Quarto incontro
6 Indicatori di processo e di risultato
7 Note conclusive rispetto all’applicazione del format
Conclusioni dell’opera e prospettive future per un lavoro sul campo
Bibliografia e Normativa
Fonti normative internazionali
Fonti normative dell’Unione Europea
Atti nazionali
Note biografiche
GLI AUTORI
Elena Bellei. Psicologa, Mediatrice Dialogica e Consulente in ambito di Mediazione e Giustizia Riparativa.
Michele Romanelli. Psicologo clinico, Mediatore Dialogico, Docente del Master universitario di II livello “Mediazione e giustizia riparativa. Metodologia e strumenti per l’applicazione negli ambiti familiare, penale, comunitario, organizzativo e commerciale” dell’Università degli Studi di Padova e di Brescia. Svolge attività di consulenza, formazione e ricerca negli ambiti della Mediazione e della Giustizia Riparativa presso enti pubblici e privati a livello nazionale e internazionale.
Guido Pasquale. Psicologo clinico, Mediatore Dialogico, Docente del Master universitario di II livello “Mediazione e giustizia riparativa. Metodologia e strumenti per l’applicazione negli ambiti familiare, penale, comunitario, organizzativo e commerciale” dell’Università degli Studi di Padova e di Brescia. Svolge attività di consulenza, formazione e ricerca negli ambiti della Mediazione e della Giustizia Riparativa presso enti pubblici e privati a livello nazionale.
Gian Piero Turchi. Mediatore Dialogico, Docente di Psicologia Clinica e Psicologia delle Differenze Culturali e Clinica della Devianza presso l’Università degli Studi di Padova, Direttore del Master in “Mediazione e giustizia riparativa. Metodologia e strumenti per l’applicazione negli ambiti familiare, penale, comunitario, organizzativo e commerciale” dell’Università degli Studi di Padova e dell’Università degli Studi di Brescia, Consulente in ambito di Mediazione e Giustizia Riparativa presso Istituzioni pubbliche e private, a livello nazionale e internazionale.
PER ACQUISTARE:
- il quinto/sesto quaderno della collana vai alla pagina Vittime di reato, Giustizia Riparativa e Architetto di Comunità. Dai vincoli della Societas alle possibilità della Communitas
- tutti i quaderni vai a questa pagina Tutti i volumi pubblicati
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Guido Pasquale, Michele Romanelli, Anita Franceschi, Gian Piero Turchi
Giustizia Riparativa e Architetto di Comunità. Un itinerario di formazione per la progettazione e la gestione degli interventi
overview editore, 2021
ISBN 9788898703234
INTRODUZIONE
L’itinerario è un percorso che si adotta per lo svolgimento di un viaggio e si caratterizza per delle tappe e in ciascuna di esse per dei punti di interesse. Questa è la metafora che è stata presa in prestito per il presente scritto che si configura come “manuale operativo” volto a formare ed esercitare il ruolo di Architetto di Comunità (l’Itinerario) nell’ambito della Giustizia Riparativa (un viaggio che abbiamo intrapreso proprio per le sfide che abbraccia e per ragioni che ci vedono coinvolti come operatori, formatori e promotori). L’Itinerario che si propone è stato pensato in un fluire che potesse cogliere e valorizzare specifiche questioni (i Punti di Interesse per l’appunto) e quindi si struttura nel seguente modo:
• una tappa (iniziale) in cui si espliciteranno il campo di applicazione della Giustizia Riparativa e il fondamento teorico dell’interazione dialogica, che permetteranno di poter esplicitare quali riferimenti epistemologici e teorici si mettono a disposizione di quanti potranno scegliere intraprendere il viaggio secondo questo Itinerario;
• una tappa (intermedia) dedicata al profilo di ruolo dell’Architetto di Comunità (l’obiettivo e le competenze) e all’esplicitazione degli elementi che ne caratterizzano l’esercizio e, dunque, il riferimento al metodo per un’applicazione operativa che si converte anche in erogazione di interventi e servizi di Giustizia Riparativa (all’interno della rete dei servizi del territorio);
• una tappa (conclusiva) che concerne la promozione e lo sviluppo delle competenze, attraverso la proposta di stratagemmi che consentano all’Architetto di Comunità di poter esercitare le competenze per la gestione del testo che caratterizza i processi operativi quali la progettazione dell’intervento e la costruzione degli stratagemmi per l’erogazione, l’anticipazione della Coerenza Narrativa e all’aderenza al testo per la gestione degli interventi di Giustizia Riparativa.
Che l’Itinerario sia riferimento e che il viaggio, per la stessa ragione del viaggio, inizi!
ITINERARIO
Prefazione
Introduzione
PRIMA TAPPA
ELEMENTI FONDATIVI PER L’ESERCIZIO DEL RUOLO DI ARCHITETTO DI COMUNITÀ
Punto di interesse 1. INTERAZIONE E INCERTEZZA COME CORNICE DI RIFERIMENTO
Punto di interesse 2. LA DIALOGICA
2.1 IL PARADIGMA NARRATIVISTICO
2.2 I REPERTORI DISCORSIVI E LA TAVOLA SEMI-RADIALE
2.3 LA TEORIA DELL’IDENTITÀ DIALOGICA
Punto di interesse 3. PARADIGMA RIPARATIVO E TEORIA GENERALE DELLA MEDIAZIONE
SECONDA TAPPA
L’ARCHITETTO DI COMUNITÀ: DALLA DEFINIZIONE DEL RUOLO AGLI STRUMENTI OPERATIVI
Punto di interesse 4. IL RUOLO DI ARCHITETTO DI COMUNITÀ
Punto di interesse 5. L’ARCHITETTO DI COMUNITÀ E LA RETE DEI SERVIZI TERRITORIALI
Punto di interesse 6. L’ARCHITETTO DI COMUNITÀ E LA GESTIONE DEGLI INTERVENTI RIPARATIVI
Punto di interesse 7. ELEMENTI OPER LA PROGETTAZIONE DEGLI INTERVENTI: LA METODOLOGIA MADIT
Punto di interesse 8. LINEE GUIDA PER L’APPROCCIO AL TESTO E LA SUA GESTIONE
Punto di interesse 9. LA GESTIONE DELL’INTERVENTO. GUIDA ALLA LETTURA E ALLA GESTIONE DEL CASO
TERZA TAPPA
VERSO L’ESERCIZIO DEL RUOLO DI ARCHITETTO DI COMUNITÀ
Punto di interesse 10. PER LA PROGETTAZIONE DEGLI INTERVENTI DI GUSTIZIA RIPARATIVA
Punto di interesse 11. PER LA COSTRUZIONE DEGLI STRATAGEMMI PT. 1
Punto di interesse 12. PER L’ANTICIPAZIONE DELLA COERENZA NARRATIVA
Punto di interesse 13. PER LA COSTRUZIONE DEGLI STRATAGEMMI PT. 2
Punto di interesse 14. PER L’ADERENZA AL TESTO
PRESUPPOSTI PER LA PROSECUZIONE
APPENDICE Vademecum per la realizzazione e gestione di un Centro di Giustizia Riparativa
BIBLIOGRAFIA
NOTE BIOGRAFICHE
APPUNTI
Tabelle e tavole fuori testo
LA TEORIA DELL’IDENTITÀ DIALOGICA
LE FASI DELL’INTERVENTO DI GIUSTIZIA RIPARATIVA
STRATAGEMMI E FASI DELL’INTERVENTO DI GIUSTIZIA RIPARATIVA
TAVOLA SEMI-RADIALE DEI REPERTORI DISCORSIVI
GLI AUTORI
Guido Pasquale. Psicologo clinico, Mediatore Dialogico, Docente del Master universitario di II livello “Mediazione e giustizia riparativa. Metodologia e strumenti per l’applicazione negli ambiti familiare, penale, comunitario, organizzativo e commerciale” dell’Università degli Studi di Padova e di Brescia. Svolge attività di consulenza, formazione e ricerca negli ambiti della Mediazione e della Giustizia Riparativa presso enti pubblici e privati a livello nazionale.
Michele Romanelli. Psicologo clinico, Mediatore Dialogico, Docente del Master universitario di II livello “Mediazione e giustizia riparativa. Metodologia e strumenti per l’applicazione negli ambiti familiare, penale, comunitario, organizzativo e commerciale” dell’Università degli Studi di Padova e di Brescia. Svolge attività di consulenza, formazione e ricerca negli ambiti della Mediazione e della Giustizia Riparativa presso enti pubblici e privati a livello nazionale e internazionale.
Anita Franceschi. Psicologa e progettista di interventi di Giustizia Riparativa.
Gian Piero Turchi. Mediatore Dialogico, Docente di Psicologia Clinica e Psicologia delle Differenze Culturali e Clinica della Devianza presso l’Università degli Studi di Padova, Direttore del Master in “Mediazione e giustizia riparativa. Metodologia e strumenti per l’applicazione negli ambiti familiare, penale, comunitario, organizzativo e commerciale” dell’Università degli Studi di Padova e dell’Università degli Studi di Brescia, Consulente in ambito di Mediazione e Giustizia Riparativa presso Istituzioni pubbliche e private, a livello nazionale e internazionale.
PER ACQUISTARE
- il quarto quaderno della collana vai alla pagina Giustizia Riparativa e Architetto di Comunità. Un itinerario di formazione per la progettazione e la gestione degli interventi
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Gian Piero Turchi, Michele Romanelli, Guido Pasquale, Marzia Mascaro
L’Architetto di Comunità per la Giustizia Riparativa e la Coesione Sociale
overview editore, 2020
ISBN 9788898703203
dalla INTRODUZIONE:
Per la prima volta, in un testo di letteratura di settore e relativamente all’ambito della Mediazione e della Giustizia Riparativa, si ricorrerà all’espressione Architetto di Comunità. Con tale espressione ci riferiremo a un profilo di competenze che consenta, a diverse e specifiche figure professionali, di poter operare attraverso la Mediazione (in alcuni casi) e – sempre – nell’ambito della Giustizia Riparativa. Pertanto, può essere descritto come un profilo che trova spazio di intervento in tutti gli ambiti in cui si ha, come obiettivo generale, la promozione della Coesione della Comunità; ovvero, si interviene per governare le interazioni tra individui e promuovere tra essi modalità interattive (con le loro regole) che vadano in direzione della costruzione e del perseguimento di obiettivi che non sono propri, solo del singolo, bensì riconoscibili e condivisi da tutta la Comunità cui si appartiene.
La prima parte del contributo è dedicata all’approfondimento degli elementi teorici a disposizione e, nello specifico, all’applicazione della stessa all’ambito della Giustizia Riparativa. In questo modo si evidenzierà come, l’Architetto di Comunità, così come tutti coloro che, nell’esercizio del proprio ruolo, utilizzano il paradigma della Giustizia Riparativa, si muova in ottica di promozione della Coesione Sociale, e rappresenta il profilo di competenze di riferimento. Quest’ultimo, infatti, risulta a disposizione di tutte le figure professionali che si occupano di Giustizia Riparativa e di promozione della Coesione.
La seconda parte dello scritto sarà dedicata alla descrizione di una proposta di lavoro – i “Gruppi dialogici per la Giustizia Riparativa”: una proposta di lavoro/di servizio mossa/o dall’obiettivo di promozione della Coesione e rivolta a gruppi di utenti in capo agli Uffici per l’Esecuzione Penale Esterna. Questo ci consentirà di condividere con il lettore in che modo l’Architetto di Comunità si possa inserire all’interno degli UEPE, così come in tutti gli ambiti che si caratterizzano per il riferimento alla Giustizi Riparativa e, così, strutturare interventi che mirino sempre alla coesione della Comunità. […]
SOMMARIO
Prefazione
Introduzione
Prima Parte
Giustizia Riparativa e Promozione della Coesione Sociale: il profilo di ruolo dell’Architetto di Comunità
1. Il paradigma di Giustizia Riparativa: dalla descrizione dello stato dell’arte alla proposta operativa
1.1 La valenza teorica e operativa per il Paradigma Riparativo: i presupposti di Societas e Communitas
2. Il profilo di ruolo dell’Architetto di Comunità: metodologia dell’intervento per l’esercizio del ruolo
Seconda Parte
Il format del Gruppi Dialogici per la Giustizia Riparativa
3. Premessa
3.1 I Gruppi Dialogici per la Giustizia Riparativa: una proposta di format
3.2 Descrizione del format
3.3 Modalità di gestione dei gruppi
4. Esemplificazione operativa
4.1 Primo incontro
4.2 Secondo incontro
4.3 Terzo incontro
4.4 Quarto incontro
Considerazioni conclusive e prospettive future
Appendice A
Tavola Semi-radiale dei Repertori Discorsivi
Appendice B
Elementi essenziali per l’Architetto di Comunità
Bibliografia
Note biografiche
GLI AUTORI
Gian Piero Turchi. Mediatore Dialogico, Docente di Psicologia Clinica e Psicologia delle Differenze Culturali e Clinica della Devianza presso l’Università degli Studi di Padova, Direttore del Master in “Mediazione e Giustizia Riparativa. Metodologia e strumenti per l’applicazione negli ambiti familiare, penale, comunitario, organizzativo e commerciale” dell’Università degli Studi di Padova e dell’Università degli Studi di Brescia, Consulente in ambito di Mediazione e Giustizia Riparativa presso Istituzioni pubbliche e private, a livello nazionale e internazionale.
Michele Romanelli. Psicologo clinico, Mediatore Dialogico, Docente del Master universitario di II livello “Mediazione e giustizia riparativa. Metodologia e strumenti per l’applicazione negli ambiti familiare, penale, comunitario, organizzativo e commerciale” dell’Università degli Studi di Padova e di Brescia. Svolge attività di consulenza, formazione e ricerca negli ambiti della Mediazione e della Giustizia Riparativa presso enti pubblici e privati a livello nazionale e internazionale.
Guido Pasquale. Psicologo clinico, Mediatore Dialogico, Docente del Master universitario di II livello “Mediazione e giustizia riparativa. Metodologia e strumenti per l’applicazione negli ambiti familiare, penale, comunitario, organizzativo e commerciale” dell’Università degli Studi di Padova e di Brescia. Svolge attività di consulenza, formazione e ricerca negli ambiti della Mediazione e della Giustizia Riparativa presso enti pubblici e privati a livello nazionale.
Marzia Mascaro. Psicologa e progettista di interventi di Giustizia Riparativa.
PER ACQUISTARE
- il terzo quaderno della collana vai alla pagina L’Architetto di Comunità per la Giustizia Riparativa e la Coesione Sociale
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Gian Piero Turchi, Marta Vischi, Michele Romanelli, Guido Pasquale
Il ruolo degli Uffici di Esecuzione Penale Esterna nell’amministrazione della giustizia secondo i riferimenti della Mediazione Dialogica
overview editore, 2019
ISBN 9788898703135
dalla INTRODUZIONE:
… La scelta di delineare e fondare proposte operative – in questa sede – è volta a rispondere all’esigenza di tipo metodologico che si osserva dalle criticità legate alla modalità con cui gli UEPE erogano i servizi verso l’utenza. Accade infatti che, a fronte di un mandato istituzionale che delinea in modo esplicito i compiti in delega agli UEPE, vi sia una forte e consolidata pratica entro il Servizio che consente certamente l’assolvimento al mandato e che garantisce un certo grado di efficacia in termini di fattività delle azioni. Le questioni che emergono sono riferite, invece, al modo in cui l’efficacia viene garantita, ossia al modo in cui le mansioni operative sono portate a termine. […] Ora, quale obiettivo si pone l’operatore sociale nel gestire il colloquio con l’utenza e redigere la relazione d’indagine? Che cosa osserva per dire del cosiddetto atteggiamento dell’utente verso il reato? Su cosa fonda le valutazioni? Possiamo dire che per dieci operatori si potrebbero generare dieci risposte diverse per ciascuna domanda e quindi dieci relazioni che, per quanto strutturate nello stesso modo, risultano caratterizzate per criteri diversi.[…] Da quanto posto, la deriva nella quale gli UEPE rischiano di scivolare è che l’obiettivo (tanto degli Uffici, quanto degli operatori sociali che danno vita all’organizzazione) diventi: eseguire un compito e ridursi a “fare delle cose”. Tutto questo porta implicazioni quali la burocratizzazione del lavoro in termini di mera esecuzione di quanto delegato e una collocazione operativa degli UEPE come snodo tecnico-amministrativo invece che come snodo gestionale.
Il presente contributo, allora, s’inserisce a livello operativo con l’obiettivo di descrivere una proposta di ruolo che l’UEPE può (e per noi deve) ricoprire all’interno dell’Amministrazione della Giustizia, consentendo di costruire dei riferimenti che orientino l’operatività della squadra di operatori, affiancando un mandato operativo ad un mandato istituzionale, a partire da un fondamento teorico-epistemologico condiviso.
Una prima parte presenterà il riferimento epistemologico, teorico e metodologico su cui si fonda la proposta di definizione del ruolo dell’UEPE. […] Quanto verrà offerto nella prima parte sarà lente d’osservazione dei processi che si innescano, si modificano e si mantengono nel contesto dell’UEPE; a fronte della descrizione del mandato istituzionale di tali Uffici, nella seconda parte si sarà nelle condizioni di individuare quali criticità e quali ricadute sussistono nell’adozione di tale mandato.[…] nella terza parte […] sarà descritto quale sia il mandato operativo che, in aggiunta al mandato istituzionale, offra quei riferimenti sul come assolvere ai compiti in delega. Si tratterà dunque di entrare nel merito di quali obiettivi, strategie, competenze e prassi l’operatore dell’UEPE può usare nel muoversi entro un Paradigma di Giustizia riparativo, rispondendo alla richiesta istituzionale che gli viene avanzata.
SOMMARIO
Prefazione
Introduzione
Prima Parte
I riferimenti epistemologici, teorici e metodologici
1 Premessa
2 La Dialogica. Dalla scienza pura alla scienza applicata
2.1 Il fondamento epistemologico
2.2 Il fondamento teorico
2.3 Il modello operativo
3 La Teoria Generale della Mediazione
3.1 La declinazione dei riferimenti conoscitivi nel contesto del conflitto e della controversia
3.2 Le regole della Communitas e della Societas
3.3 Le configurazioni di conflitto e controversia
3.4 Efficacia ed efficienza nella gestione del conflitto e della controversia
4 La Mediazione Dialogica
4.1 L’intervento nelle configurazioni di conflitto e controversia
4.2 Aspetti metodologici della Mediazione Dialogica
4.3 Gli UEPE come snodi della Societas per la coesione della Communitas
Seconda Parte
Quale mandato per gli UEPE?
1 Premessa
2 Il mandato istituzionale degli UEPE
3 Il mandato operativo degli UEPE
3.1 L’esigenza di assolvere al mandato istituzionale in un’ottica di promozione della coesione della Comunità
3.2 Gli obiettivi e le strategie
3.3 Il profilo di competenze dell’operatore dell’UEPE
3.4 Le prassi dell’operatore dell’UEPE
Considerazioni conclusive e prospettive future
Bibliografia
Note biografiche
GLI AUTORI
Gian Piero Turchi. Mediatore Dialogico, Docente di Psicologia Clinica e Psicologia delle Differenze Culturali e Clinica della Devianza presso l’Università degli Studi di Padova, Direttore del Master in “Mediazione e Giustizia Riparativa. Metodologia e strumenti per l’applicazione negli ambiti familiare, penale, comunitario, organizzativo e commerciale” dell’Università degli Studi di Padova e dell’Università degli Studi di Brescia, Consulente in ambito di Mediazione e Giustizia Riparativa presso Istituzioni pubbliche e private, a livello nazionale e internazionale.
Marta Vischi. Psicologa e Mediatrice Dialogica, tutor del Master “Mediazione e giustizia riparativa. Metodologia e strumenti per l’applicazione negli ambiti familiare, penale, comunitario, organizzativo e commerciale” dell’Università degli Studi di Padova e dell’Università degli Studi di Brescia.
Michele Romanelli. Psicologo clinico, Mediatore Dialogico, Docente del Master universitario di II livello “Mediazione e giustizia riparativa. Metodologia e strumenti per l’applicazione negli ambiti familiare, penale, comunitario, organizzativo e commerciale” dell’Università degli Studi di Padova e di Brescia. Svolge attività di consulenza, formazione e ricerca negli ambiti della Mediazione e della Giustizia Riparativa presso enti pubblici e privati a livello nazionale e internazionale.
Guido Pasquale. Psicologo clinico, Mediatore Dialogico, Docente del Master universitario di II livello “Mediazione e giustizia riparativa. Metodologia e strumenti per l’applicazione negli ambiti familiare, penale, comunitario, organizzativo e commerciale” dell’Università degli Studi di Padova e di Brescia. Svolge attività di consulenza, formazione e ricerca negli ambiti della Mediazione e della Giustizia Riparativa presso enti pubblici e privati a livello nazionale.
PER ACQUISTARE
- il secondo quaderno della collana vai alla pagina Il ruolo degli Uffici di Esecuzione Penale Esterna nell’amministrazione della giustizia secondo i riferimenti della Mediazione Dialogica
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Francesca Turco, Marta Vischi, Diva Paola Polidori, Gian Piero Turchi
Gli Uffici di Esecuzione Penale Esterna come snodo tra Societas e Communitas. Il ruolo della Mediazione Dialogica
overview editore, 2019
ISBN 9788898703111
dalla INTRODUZIONE:
[…]
L’obiettivo del presente lavoro può quindi essere configurato come la produzione di una disamina critica degli UEPE, alla luce dei criteri conoscitivi resi disponibili nell’alveo della Mediazione Dialogica.
Nel dare avvio a questo percorso conoscitivo, si è in particolare osservato un aspetto del lavoro di tale servizio: tra le retoriche più comuni circa il reinserimento sociale e il percorso di trattamento degli imputati e dei condannati, si individuano quelle che configurano il valore rieducativo della pena e l’aspetto socio-educativo del lavoro degli UEPE. Cosa comporta, nell’applicazione di misure di Giustizia riparativa, inserire un obiettivo educativo nei confronti del reo? Quali paradigmi di Giustizia possiamo rintracciare ad oggi, per distinguere tra diverse modalità di gestione del reato? Le risposte a queste e altre domande, nel corso del presente scritto, saranno volte a descrivere il lavoro degli UEPE secondo i riferimenti della Mediazione Dialogica quale strumento di gestione delle interazioni entro il paradigma di Giustizia riparativo.
In conclusione, il punto di partenza di una tale disamina risiede necessariamente nella descrizione di una cornice storico-culturale riguardante la normativa posta a fondamento del mandato istituzionale degli Uffici di Esecuzione Penale Esterna, i contenuti espressi nello stesso, i ruoli istituzionali e professionali richiamati e i compiti a essi assegnati. Per proseguire, si entrerà nel merito del Paradigma di Giustizia Riparativo e verranno descritti gli elementi di coerenza tra i suoi presupposti e il dispositivo della Mediazione Dialogica (emanazione della Scienza Dialogica) così da condividere con il lettore i criteri conoscitivi resi disponibili all’interno di questa cornice teorica e metodologica, che verranno utilizzati nell’analisi successiva.
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SOMMARIO
Prefazione
Introduzione
Prima Parte
Inquadramento storico e normativo degli Uffici di Esecuzione Penale Esterna
1 Presupposti normativi e mandato istituzionale
2 Misure alternative alla detenzione
3 La Messa alla Prova
3.1 Accesso ed iter di svolgimento
Seconda Parte
Fondamenti e criteri conoscitivi per la disamina degli Uffici di Esecuzione Penale Esterna
1 Scarto culturale tra i paradigmi di giustizia Retributivo, Rieducativo e Riparativo
1.1 Il Paradigma di Giustizia Riparativo
2 Elementi di coerenza tra la Mediazione Dialogica e il Paradigma di Giustizia Riparativo
3 Criteri conoscitivi resi disponibili nell’alveo della Mediazione Dialogica
3.1 La Mediazione Dialogica tra piani conoscitivi differenti: Communitas e Societas
3.2 Il linguaggio come strumento generativo di conflitto e di Coesione Sociale
3.3 Obiettivo d’intervento della Mediazione Dialogica
Terza Parte
La Mediazione Dialogica come lente conoscitiva degli Uffici di Esecuzione Penale Esterna
1 Gli Uffici di Esecuzione Penale Esterna tra richieste giuridiche ed esigenze comunitarie
2 Il reato come configurazione discorsiva
3 Obiettivi dell’intervento e ricadute per la comunità
Conclusioni
Riferimenti bibliografici
Sitografia
Note biografiche
GLI AUTORI
Francesca Turco. Psicologa, specializzanda in Psicoterapia e Mediatrice dialogica, collabora con il Master in “La mediazione come strumento operativo” dell’Università degli Studi di Padova.
Marta Vischi. Psicologa e Mediatrice dialogica, collabora con il Master in “La mediazione come strumento operativo” dell’Università degli Studi di Padova.
Diva Paola Polidori. Assistente sociale specialista, Funzionario di Servizio Sociale del Ministero della Giustizia, Direttore dell’Ufficio Locale Esecuzione Penale Esterna di Mantova e Cremona.
Gian Piero Turchi. Psicologo clinico, Mediatore Dialogico, Docente di Psicologia Clinica e Psicologia delle Differenze Culturali e Clinica della Devianza presso l’Università degli Studi di Padova, Direttore del Master in “Mediazione e Giustizia Riparativa. Metodologia e strumenti per l’applicazione negli ambiti familiare, penale, comunitario, organizzativo e commerciale” dell’Università degli Studi di Padova e dell’Università degli Studi di Brescia, Consulente in ambito di Mediazione e Giustizia Riparativa presso Istituzioni pubbliche e private, a livello nazionale e internazionale.
PER ACQUISTARE
- il primo quaderno della collana vai alla pagina – Gli Uffici di Esecuzione Penale Esterna come snodo tra Societas e Communitas. Il ruolo della Mediazione Dialogica
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