//Gli UEPE come snodo tra Societas e Communitas

Gli UEPE come snodo tra Societas e Communitas

9,90 

IL LIBRO

Lo scritto che proponiamo è un contributo alla letteratura scientifica che si occupa di Giustizia Riparativa e alla sua applicazione nell’ambito dell’Esecuzione Penale Esterna.
Per costruire gli obiettivi conoscitivi e metodologici del lavoro ci siamo avvalsi della Mediazione Dialogica, il cui campo di applicazione si configura come lo studio dei processi interattivi che governano e generano la Comunità nella quale tutti viviamo; in particolare il focus si rivolge a quelle interazioni che producono la violazione delle Norme e, conseguentemente, la commissione di reati. Pertanto, quali criticità possono essere rilevate all’interno di questo scenario? Che cosa può comportare la possibilità di disporre di strumenti alternativi, che pongano – per riparare alla commissione del reato stesso – l’accento sul ripristino del tessuto comunitario? Quali potrebbero essere le implicazioni per le biografie dei cittadini coinvolti? Come generare l’assunzione responsabilità?
Di questo si occupano gli Uffici per l’Esecuzione Penale Esterna (UEPE) ed è proprio a tali quesiti che abbiamo cercato di rispondere con le pagine di questo testo.

GLI AUTORI

Francesca Turco

Marta Vischi

Diva Paola Polidori

Gian Piero Turchi

Descrizione

Prefazione

Correva l’anno 2016 quando, per la prima volta, varcando la soglia dell’Ufficio per l’Esecuzione Penale Esterna (UEPE) di Mantova e Cremona, ci ponevamo la seguente domanda: come può essere utile – la mediazione – agli operatori sociali che si occupano di violazione della Legge, commissione di reati, misure alternative ed esecuzione penale esterna al Carcere? Da quel momento, molta strada è stata fatta, numerosi sono stati gli scambi con gli operatori sociali dell’Ufficio e, altrettante, le iniziative intraprese (formazione, applicazione di strumenti, supervisione, coordinamento, attivazione di stage mirati). Quindi, le pagine a seguire hanno conosciuto come “primo cantiere” l’UEPE di Mantova e Cremona.
Lo scritto con cui diamo inizio alla collana editoriale La Mediazione Dialogica, anche per quanto detto prima, porta con sé le peculiarità del come intendiamo l’attività scientifica e metodologica. Infatti, soltanto ciò che si genera a partire dall’adozione di presupposti teorici ed epistemologici precisamente esplicitati e definiti (come fare?) può diventare patrimonio conoscitivo su cui fondare l’operatività (cosa fare?) ed alimentare un processo (anch’esso conoscitivo) di accrescimento e trasferibilità del patrimonio stesso. E nel “primo cantiere” è accaduto proprio che la condivisione del fondamento e dei presupposti teorici della Mediazione Dialogica, embricato all’esperienza degli operatori sociali e alla necessità di disporre di un mandato operativo (e non solo istituzionale), abbia consentito di avviare dei ragionamenti (prima) e forgiare e definire una modalità di lavoro (poi), in un’ottica di sviluppo dei servizi e delle prassi operative degli UEPE (quello di Mantova e Cremona, nello specifico).
Le pagine a seguire, allora, sono dedicate all’inquadramento degli UEPE come snodi della Comunità che promuovono coesione sociale (attraverso la normativa che ne sancisce l’esistenza e delega un preciso mandato istituzionale) e alla Mediazione Dialogica (attraverso l’esplicitazione dei presupposti teorici e la sua collocazione all’interno del Paradigma di Giustizia Riparativo), con l’obiettivo di creare un connubio tra gli uni e l’altra e incrementare il valore per la Comunità in cui, anche la violazione della Legge, sempre per mandato istituzionale, possa divenire occasione per promuovere la responsabilità condivisa da parte di coloro che violano la Legge.
Oltre a gettare le basi per collegare precisamente il contributo della Mediazione Dialogica nel contesto (operativo) dell’Esecuzione Penale Esterna, il presente testo è per noi anche un omaggio a Mantova: “primo cantiere”. È per questo che nell’immagine di copertina abbiamo ripreso il Castello di San Giorgio, uno dei monumenti mantovani per eccellenza, testimonianza della gloriosa storia locale, già adibito a uso di carcere nei primi decenni del XIX secolo ed ora divenuto luogo di visita di bellezza storica. L’augurio e l’impegno è che queste pagine, e quelle che seguiranno, siano prodromo di pari trasformazione.
Buona lettura!

I curatori della collana La Mediazione Dialogica®
Gian Piero Turchi
Michele Romanelli

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