Pezzetti di Cielo

Descrizione

I ricordi si sedimentano con leggi imperscrutabili.
Siamo convinti che la cima sia il culmine indimenticabile della lunga passeggiata; ma della titanica impresa spesso resta una traccia solo nelle foto.
Delle lunghe giornate trascorse sui monti restano, invece, indelebili nella nostra mente, vividi pezzetti di cielo, immagini di luoghi, profumi di boschi e di rocce, rumori di acque, sapori di cibi, il calore del fuoco.
Poco importa quali siano stati i luoghi, quali le montagne o le valli: sono diventate ricordi le sensazioni che abbiamo provato. E sono le emozioni a fissarli: paure, gioie, fatiche, soddisfazioni, delusioni, il sonno, la veglia, che affollano le pagine della nostra memoria.
Pagine che, a volte, desideriamo condividere.

Pezzetti di Cielo: trenta brevi racconti che rievocano ricordi ed emozioni legate a passeggiate ed escursioni in montagna: Comelico, Cadore, Fanes, Dolomiti di Sesto e Lagorai. Marco Maffei ripercorre con la memoria momenti e luoghi che hanno segnato la sua adolescenza e maturità. Un diario emozionale lungo il quale si coagulano riflessioni su vita, crescita e morte in luoghi spesso segnati dalla Grande Guerra. Il volume è illustrato con le riproduzioni di suoi acquerelli.

Cosa ci racconti di te? Quali cose consideri importanti per te?

Che cosa è stato importante nella mia vita…
Essere nato, più o meno, al centro del Veneto e alla metà degli anni Sessanta.
Un nonno che — sapevo appena camminare — mi portava per prati e boschi montani.
Avere imparato ad apprezzare la nostra cultura in scuole dove chi la insegnava ci aggiungeva l’amore per il proprio lavoro.
Scrivere e pubblicare storie di edifici o territori raccontando il lavoro che li ha trasformati.
Avere continuato a girare per i monti, accumulando questi ricordi, che una nuova stagione della vita ha visto riemergere in questo libro.

Salite

Forse, visto che alla fine non ricordi la cima, non ricordi cosa è successo quando eri in cima, e hai bisogno di una benedetta foto in cima per ricordare, allora forse non è tanto l’essere arrivato su che è diventato importante. È diventata importante l’esperienza che hai fatto. Aver vissuto una salita, che è stata una collana di momenti, di piccole perle che si sono affiancate lungo il filo della tua vita. Ed è di queste perle che ti ricordi. Di queste perle che hai bisogno. Gli occhi di chi era con te, le mani che hai stretto, per tirarle su. La nuvola che ti ha chiuso intorno, il lampo che ti tremava, dentro, mentre saettava poco distante da te. Il sole che batteva, la roccia che scottava o che, fredda, ti ghiacciava le dita. La corda di acciaio che ti è servita per salire, la fessura che hai afferrato, la stretta cengia percorsa. Lo zaino che ti pesava, l’acqua che suonava nella borraccia. O il camoscio che brucava al sole, il corvo che prendeva la crosta buttata a terra. Sono queste le cose che ricordi, che dopo le salite sono parte di te. E sono queste che vuoi ancora cercare. Che le esperienze migliori, sono quelle che non hai ancora fatto.