INTRODUZIONE
Condurre una riflessione generale sugli Istituti Penitenziari e sull’efficacia che questi hanno nel modificare la traiettoria delle biografie di coloro che, giuridicamente, sono denominati “autori di reato”, è un’operazione conoscitiva che, certamente, non viene fatta per la prima volta con questo Quaderno. E, per quanto la letteratura sul tema sia innumerevole, un aspetto che permane all’attenzione tanto degli “addetti ai lavori”, quanto dagli attori che animano il territorio “esterno” agli Istituti, è quello della “prevenzione della recidiva”. Ovvero: situazioni in cui il cittadino che ha già scontato una pena o che la sta scontando si ritrova ad essere nuovamente chiamato a rispondere per una reiterazione nella violazione di una norma.
È da questo incipit che abbiamo, anzitutto, voluto disambiguare sia quale fosse il punto di partenza da assumere, sia le implicazioni di tale scelta; questo, al fine di poter mettere a disposizione un contributo inedito sul tema (a partire già dal proprio fondamento). Da qui la domanda di origine è stata: Si sta parlando di “emergenza in carcere” o di “carcere in emergenza”?
Se ci concentriamo sulla prima porzione di domanda, l’attenzione si pone interamente su elementi quali, ad esempio, la crescente numerosità dei ristretti all’interno degli Istituti, la quale concorre a un sovraffollamento degli spazi, che divengono sempre più esigui; oltreché, la sempre più ridotta numerosità del personale di servizio a presidio di ciò che avviene negli Istituti e che, oltre al dover garantire un trattamento individualizzato, si trova a doversi occupare di tutte le istanze che i ristretti sottopongono. Addentrarsi nel rispondere a questa porzione di domanda, rischia di costringere la situazione a una mera questione di “spazi” e di “numeri”, dunque, al reperimento di risorse al fine di incrementare tali “spazi” e tali “numeri”; questo è un tema già aperto e su cui è il livello politico che è chiamato a formulare proposte (e norme). Se ci concentriamo, invece, sulla seconda porzione della domanda possiamo collocarci all’interno del livello del senso scientifico e, dunque, poter definire e sviluppare proposte che ne rispettano i criteri. Da qui, l’aspetto che mettiamo in luce, è che vi è un’esigenza che pertiene a tutto il sistema penitenziario e che lo stesso è chiamato a prendere in gestione: dotarsi di competenze, proposte di intervento e strumenti (e, dunque, metodologie) in grado di poter offrire supporto agli operatori nella gestione delle interazioni che si generano e caratterizzano la comunità carceraria.
È a partire da questa esigenza che, in questo scritto, abbiamo fatto ricorso ai presupposti della Giustizia Riparativa secondo la prospettiva dialogica (Turchi, Romanelli, Pasquale, & Mascaro, 2020) e li abbiamo applicati per configurare, da una parte, il profilo di competenze per la gestione dell’interazione da mettere a disposizione di tutte quelle professioni che lavorano all’interno degli Istituti Penitenziari3; dall’altra, definire delle proposte di intervento che possano essere erogate tramite il sopracitato profilo di competenze.
Ecco che allora, con questo Quaderno, si prosegue con la declinazione operativa dei riferimenti teorici e metodologici dell’Architetto di Comunità, avviati con le precedenti uscite di questa Collana, la quale trova ora come ambito di applicazione quello degli Istituti Penitenziari e il rischio di recidività.
Così, il presente Quaderno si propone come riferimento operativo per i professionisti che, a vario titolo, operano all’interno degli Istituti Penitenziari e si trovano a gestire le criticità che si generano negli assetti interattivi propri di tale ambito e che intervengono avendo come fine ultimo la Coesione della Comunità.
Nella Prima Parte viene fatta la descrizione degli elementi a cornice del profilo di ruolo, ovvero i riferimenti teorici e metodologici propri dell’Architetto di Comunità e la loro declinazione all’interno degli Istituti Penitenziari, considerando le peculiarità tanto del Paradigma Riparativo, quanto del Paradigma Sanzionatorio.
Nella Seconda Parte del testo si presentano cinque proposte di format di intervento, costruite secondo i riferimenti dell’Architetto di Comunità e volte a perseguire l’obiettivo sovraordinato di Coesione della Comunità. I cinque format si propongono di coinvolgere la popolazione detenuta, gli attori del territorio e gli operatori dell’area educativa e della sicurezza. Strumenti operativi a disposizione per l’erogazione degli interventi, sono l’analisi delle modalità discorsive che si possono rilevare negli assetti interattivi che si generano negli Istituti e l’anticipazione e gestione delle implicazioni che si possono generare sia all’interno degli stessi sia nella Comunità nella sua interezza. Peculiarità delle proposte è configurare ogni ruolo dell’assetto interattivo come risorsa coinvolgibile nell’intervento, in quanto ruolo chiave nel poter offrire un contributo che concorre a rendere coesa la Comunità interna ed esterna agli Istituti, o a frammentarla.
A corollario delle due sezioni, ne è presente un’ulteriore, l’appendice. L’Appendice A, con l’obiettivo di favorire la padronanza dell’ambito in cui si applicano le proposte di questo scritto, che presenta un approfondimento dedicato alla descrizione del contesto e struttura degli Istituti Penitenziari. L’Appendice B che contiene la Tavola Semi-radiale dei Repertori Discorsivi, ovvero gli elementi su cui il ruolo di Architetto di Comunità fonda la gestione dell’interazione.
Nella sezione terminale dello scritto, è inserito un “glossario essenziale” contenente le definizioni dei costrutti oggetto del Quaderno.
Infine, si sottolinea che quanto proposto in questo Quaderno risulta coerente a quanto prospettato con la Riforma Cartabia (D. Lgs. 10 ottobre 2022, n. 150)4, che, definendo norme regolatrici in materia e prendendo a riferimento le molteplici disposizioni già presenti in ambito nazionale ed europeo5, fa acquisire, per la prima volta alla Giustizia Riparativa, una disciplina organica all’interno dell’Amministrazione della Giustizia italiana.
Senza entrare nel merito dell’analisi della Riforma Cartabia – operazione che richiederebbe uno scritto dedicato – tra le norme che si portano all’attenzione per i fini di questo scritto, si considerino quelle che aprono alla possibilità di accedere a programmi riparativi per qualsiasi reato a prescindere dalla gravità, e di presentare la richiesta per tale accesso, in ogni stato e grado del procedimento6.
Questi aspetti della Riforma mettono in chiaro che la Giustizia Riparativa vale anche per l’esecuzione penale interna.
SOMMARIO
Prefazione
Note biografiche
Introduzione
Prima Parte
Il profilo di ruolo dell’Architetto di Comunità negli Istituti Penitenziari: i riferimenti teorici e metodologici
1 Introduzione
1.1 I paradigmi di Giustizia
1.2 Societas e Communitas
2 Il profilo di ruolo dell’Architetto di Comunità
2.1 L’obiettivo di ruolo e le competenze
2.2 Le cinque fasi per la gestione degli interventi di Giustizia Riparativa
3 Aspetti critici osservati nell’ambito penitenziario
4 Il contributo dell’Architetto di Comunità negli Istituti Penitenziari
4.1 Il profilo del ruolo dell’Architetto di Comunità come proposta per la gestione degli aspetti critici negli Istituti Penitenziari
Seconda Parte
Le cinque proposte operative dell’Architetto di Comunità in ambito penitenziario
1 Introduzione
2 Gruppi dialogici per la Giustizia Riparativa con persone detenute
3 Gruppi dialogici per la Giustizia Riparativa con persone detenute e attori della comunità
4 Formazione e supervisione per il gruppo di osservazione e trattamento
5 Lo sportello dialogico per la gestione dei conflitti e delle controversie
6 Formazione esupervisione per il corpo di Polizia Penitenziaria
Considerazioni conclusive e prospettive future
Appendice
App. A. Approfondimento sugli Istituti Penitenziari
1 Introduzione
2 La collocazione degli Istituti Penitenziari all’interno della Societas
3 Il regime penitenziario
4 Il progetto di Istituto
5 I circuiti penitenziari
6 Gli operatori penitenziari e il loro mandato istituzionale
App. B. Tavola Semi radiale dei Reperetori Discorsivi
Glossario essenziale
Bibliografia
GLI AUTORI
Clizia Cantarelli. Dottoranda di ricerca “Immagine, linguaggio, figura: forme e modi della mediazione” dell’Università di Milano Statale/Università di Parma. Coordinatrice per le attività culturali del Polo Universitario Penitenziario di Parma. Mediatrice Dialogica esperta di Giustizia Riparativa.
Laura Rondello. Psicologa e Mediatrice Dialogica, esperta in Giustizia Riparativa, Funzionario giuridicopedagogico del Ministero della Giustizia presso la Casa di Reclusione di Padova.
Guido Pasquale. Psicologo clinico, Mediatore Dialogico, Docente del Master universitario di II livello “Mediazione e giustizia riparativa Metodologia e strumenti per l’applicazione negli ambiti familiare, penale, comunitario, organizzativo e commerciale” dell’Università degli Studi di Padova e di Brescia. Svolge attività di consulenza, formazione e ricerca negli ambiti della Mediazione e della Giustizia Riparativa presso enti pubblici e privati a livello nazionale.
Michele Romanelli. Psicologo clinico, Mediatore Dialogico, Docente del Master universitario di II livello “Mediazione e giustizia riparativa Metodologia e strumenti per l’applicazione negli ambiti familiare, penale, comunitario, organizzativo e commerciale” dell’Università degli Studi di Padova e di Brescia. Svolge attività di consulenza, formazione e ricerca negli ambiti della Mediazione e della Giustizia Riparativa presso enti pubblici e privati a livello nazionale e internazionale.
Gian Piero Turchi. Psicologo e Psicoterapeuta, Mediatore Dialogico, Docente di Psicologia Clinica e Psicologia delle Differenze Culturali e Clinica della
Devianza presso l’Università degli Studi di Padova, Direttore del Master in “Mediazione e Giustizia Riparativa. Metodologia e strumenti per l’applicazione
negli ambiti familiare, penale, comunitario, organizzativo e commerciale” dell’Università degli Studi di Padova e dell’Università degli Studi di Brescia, Consulente in ambito di Mediazione e Giustizia Riparativa presso Istituzioni pubbliche e private, a livello nazionale e internazionale.