Se ascolto dimentico
Se vedo ricordo
Se faccio capisco
Confucio
Il Palazzo degli Scrovegni e l’Arena romana
Enrico Scrovegni acquistò, agli inizi del ‘300, l’area dell’Arena romana dai nobili Dalesmanini, sito attorno al quale la famiglia aveva costruito la propria corte padovana. Lo Scrovegni liberò l’area, eccetto che per i pochi resti romani, per realizzare il proprio palazzo. In modo non molto inusuale nel tempo, il fronte del suo palazzo si appoggia all’arco ellittico dell’Arena, ottenendo così una forma concava.
Il palazzo, con l’annessa Cappella, nel corso dei secoli passò di mano in mano, finendo alla famiglia Gradenigo nei primi anni dell”800. Da questo momento iniziò un veloce degrado, che portò anche al crollo del pròtiro cinquecentesco (il piccolo portico a protezione dell’ingresso della Cappella), e che culminò nella demolizione del palazzo, attorno al 1820.
La Cappella fu salvata grazie a una forte opposizione cittadina (in particolare, al lavoro del marchese Pietro Selvatico Estense), evitò l’asportazione degli affreschi giotteschi da parte degli inglesi e finalmente, dopo molte traversie, divenne di proprietà dell’Amministrazione Comunale nel 1880.
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